Ivan Generali

Ivan Generalić è nato il 21 dicembre 1914 a Hlebine, un piccolo villaggio della Croazia. Questo pittore naif, la cui carriera abbraccia diversi decenni, si è ritagliato un posto nel mondo dell'arte croata, in particolare come principale rappresentante della scuola di Hlebine. Introdotto all'arte da Kristo Hegedusić, negli anni '30 formò una comunità di artisti che attirò personaggi come Mirko Virius e Franjo Mraj. La sua prima mostra ebbe luogo nel 1931 con il gruppo Zemijla. Ben presto Generalić si distinse per il suo approccio unico alla pittura, utilizzando la tecnica della pittura su vetro, che sarebbe diventata la sua firma. Nel corso della sua carriera riscuote un successo crescente e vede le sue opere esposte in manifestazioni prestigiose, come la Biennale di San Paolo nel 1955 e l'Esposizione Universale di Bruxelles nel 1958. Dopo la seconda guerra mondiale, diventa il pilastro del gruppo di artisti di la seconda scuola di Hlebine, che riunisce giovani artisti come suo figlio Josip Generalić. I temi della sua arte si evolvono, riflettendo una visione più poetica e nostalgica della vita contadina. Ivan Generalić muore il 27 novembre 1992, lasciando un'eredità artistica ricca e unica.

La produzione artistica di Ivan Generalić è caratterizzata dalla sua eccezionale tecnica, la pittura su vetro, che gli permette di realizzare opere di trasparenza e brillantezza senza eguali. A differenza dei metodi tradizionali, inizia abbozzare le sue idee su carta prima di ricalcarle sul vetro. I dettagli vengono dipinti per primi, conferendo ai suoi pezzi una sorprendente chiarezza visiva. Questo metodo richiede pazienza e attenzione ai dettagli, permettendo di ottenere superfici con una grande lucentezza. L'iconografia di Generalić si ispira alla vita rurale, dipingendo spesso scene contadine arricchite di simbolismo. Temi come la fertilità, la vita, la morte e la spiritualità ricorrono nelle sue opere. Ad esempio, il suo dipinto emblematico "Gallo crocifisso" illustra questo approccio, offrendo una riflessione sia sulla cultura popolare che sui misteri del dolore umano, mescolando la quotidianità con una fantasia strabiliante. I suoi dipinti, spesso popolati da animali, paesaggi verdi o scene di villaggio, trasportano lo spettatore in una visione quasi mitologica del mondo rurale, una dualità tra la cruda realtà e la poesia della natura.

L'impatto di Ivan Generalić sull'arte naif in Croazia è innegabile. Come figura centrale nella Scuola di Hlebine, contribuì a stabilire una nuova direzione artistica che favorì un maggiore riconoscimento per l'arte popolare e rurale. La sua tecnica di pittura su vetro non solo influenzò i suoi contemporanei, ma ispirò anche le future generazioni di artisti, rafforzando l'idea che l'arte può provenire dalla tradizione e dall'esperienza quotidiana pur conservando la forza espressiva. La sua capacità di fondere l'immaginario collettivo con il suo vissuto personale apre strade di riflessione sulla cultura croata e sulla sua identità. Le opere di Generalić sono diventate emblematiche di un'estetica che attribuisce tanta importanza alla forma quanto al contenuto, collegando l'arte naif a domande più universali sulla condizione umana. Ad oggi, le sue opere sono conservate in numerose collezioni prestigiose e continuano ad essere esposte, a testimonianza del suo posto duraturo nella storia dell'arte.

Nel corso della sua carriera, Ivan Generalić ha esposto le sue opere in numerose gallerie e musei in tutto il mondo, affermando così la sua statura di artista di fama internazionale. La sua prima mostra significativa ebbe luogo nel 1931 con il gruppo Zemijla, seguita da una mostra personale a Novi Sad nel 1937, che segnò l'inizio del suo riconoscimento. Nel 1953 partecipa ad una mostra personale al Salon de Jugoslavie di Parigi, evidenziando la sua crescente influenza. La sua partecipazione a grandi eventi come la Biennale di San Paolo nel 1955 e l'Esposizione Universale di Bruxelles nel 1958 posiziona Generalić sulla scena artistica internazionale. Altre mostre degne di nota includono quelle del 1960 alla Galerija primitivne umjetnosti di Zagabria e del 1968 alla Galerie für Moderne Kunst di Basilea. Oltre alle mostre personali, la sua arte è stata presentata in prestigiose collezioni pubbliche, tra cui il Museo dell'arte naif e marginale di Jagodina e il Museo croato dell'arte naif di Zagabria, assicurandosi così un posto nel patrimonio culturale croato.