Koshiro Onchi

Kōshirō Onchi, nato il 2 luglio 1891 a Yodobashi (oggi un quartiere di Tokyo), è un artista giapponese riconosciuto per i suoi contributi nel campo dell'incisione, della pittura e della fotografia. È anche un poeta e pensatore influente nell'ambiente artistico del Giappone del XX secolo. Dopo aver studiato alla Scuola di Belle Arti di Tokyo, Onchi divenne una figura centrale nella rinascita dell'incisione giapponese all'inizio del XX secolo. Nel 1913 abbandonò la tradizionale pittura occidentale per dedicarsi interamente all'incisione, mezzo attraverso il quale espresse una sensibilità lirica e preoccupazioni estetiche moderne. Nel 1918 fondò la Japanese Printmaking Association, che mirava a garantire che ogni artista controllasse il processo di produzione delle proprie opere. Onchi trae ispirazione dall'arte astratta, incorporando influenze di grandi maestri come Wassily Kandinsky, che gli permette di evolversi verso un'astrazione più libera dopo la Seconda Guerra Mondiale. Oltre al suo lavoro visivo, Onchi ridefinisce l'incisione attraverso la sua poesia e i suoi scritti, contribuendo alla critica e alla teoria dell'arte in Giappone. Sfortunatamente, la sua vita finì il 3 giugno 1955 all'età di 63 anni nel quartiere Suginami, Tokyo.

Le opere di Onchi Kōshirō sono caratterizzate da una fusione unica di elementi tradizionali giapponesi e influenze moderne, in particolare l'astrazione. Come incisore predilige la tecnica 'mokuhanga', che utilizza la stampa su legno, permettendo di ottenere colori vividi e di grande delicatezza. Le sue stampe si distinguono per composizioni flessibili, trame ricche e un'esplorazione di temi della natura, spesso arricchiti dalle sue interpretazioni astratte. Onchi era particolarmente sensibile alla musica e molte sue opere portano titoli ispirati a brani musicali contemporanei, creando così una sorta di dialogo tra arte visiva ed esperienza sonora. Inoltre, le sue opere dimostrano una profonda riflessione sul tempo e sull'effimero, temi che attraversano le sue creazioni tanto nelle stampe quanto nella pittura e nella fotografia. Fotografando piante, animali e oggetti, Onchi rivela la sua visione unica del mondo, la sua capacità di catturare la bellezza e la delicatezza della natura attraverso il suo obiettivo, integrando al contempo la tecnica dei fotogrammi, che infondono al suo lavoro una dimensione visiva innovativa.

Onchi Kōshirō ha lasciato un segno indelebile nell'arte giapponese, in particolare nel campo delle stampe. La sua fondazione di un'associazione per promuovere le stampe e controllare il processo di produzione ha aperto la strada a molti artisti che sarebbero seguiti. Il suo impegno per l’astrazione ha anche contribuito a ridefinire il concetto di incisione in un momento in cui molti artisti cercavano di reinventare il proprio linguaggio artistico sulla scia della crescente influenza occidentale. Il fatto che fosse presente alla Biennale di San Paolo nel 1951 è indicativo del riconoscimento internazionale che ottenne e contribuì a portare l'incisione giapponese sulla scena mondiale. Oltre ai suoi contributi artistici, Onchi ha svolto un ruolo significativo anche nello sviluppo della critica d'arte in Giappone, influenzando una generazione di artisti e pensatori attraverso la sua poesia e i suoi scritti su stampe. L'eredità di Onchi sopravvive attraverso le opere di artisti contemporanei che continuano a esplorare l'astrazione e rivalutare le tradizioni artigianali, sempre alla ricerca della propria identità artistica in un mondo in cambiamento.

Sebbene la carriera di Onchi Kōshirō sia stata gratificante, è stata anche segnata da varie mostre che hanno celebrato la sua arte e le sue innovazioni. Tra le mostre più significative si può citare la sua partecipazione alla Biennale di San Paolo del 1951, dove la sua opera venne evidenziata tra le più importanti dell'arte moderna internazionale. Inoltre, Onchi ha tenuto diverse mostre personali in Giappone, permettendogli di esporre il suo lavoro in vari musei e gallerie d'arte, tra cui Tokyo, la sua città natale. Le sue opere sono state presentate anche in retrospettive, tra cui al Museo Nazionale d'Arte Moderna di Kyoto e al Museo d'Arte di Nagoya, evidenziando sia la sua eredità che il suo impatto sulla scena artistica contemporanea. Lo sviluppo della critica e della storia dell'arte dopo la sua morte ha permesso una riscoperta della sua opera, e numerose mostre hanno contribuito a rivalutare la sua importanza nell'arte giapponese del XX secolo.