Ligia Clark

Lygia Clark, nata il 23 ottobre 1920 a Belo Horizonte e morta il 25 aprile 1988 a Rio de Janeiro, è una delle figure più emblematiche dell'arte contemporanea brasiliana. La sua carriera artistica iniziò nel 1947 quando si trasferì a Rio de Janeiro per studiare con il famoso paesaggista Roberto Burle Marx. Dal 1950 al 1952, continuò la sua formazione a Parigi, dove prese lezioni con artisti influenti come Isaac Dobrinsky, Fernand Léger e Árpád Szenes. Nel 1953 diventa membro fondatore del gruppo artistico "Frente" e, nel 1957, partecipa alla prima Mostra Nazionale di Arte Concreta a Rio de Janeiro, segnando l'inizio del suo riconoscimento sulla scena artistica. Durante gli anni '60 e '70, Lygia Clark prende le distanze dalla pittura tradizionale per esplorare forme di arte relazionale e installativa. È interessata all'interazione tra l'arte e lo spettatore, trasformando quest'ultimo in un partecipante attivo nell'opera. Le sue esplorazioni la portano a stabilire un legame tra arte e psicoterapia, prendendosi cura di persone affette da disturbi psicotici. Nel 1988 morì di infarto a Rio de Janeiro. La sua eredità sopravvive ancora oggi sia per il suo contributo all'arte moderna che per il suo approccio innovativo come pioniere dell'arte della salute e della guarigione attraverso l'arte.

Il lavoro di Lygia Clark è caratterizzato da un profondo impegno nel ridefinire il rapporto tra arte e vita. Negli anni '60 si allontanò dallo stile tradizionale della pittura per abbracciare una concezione dell'arte più interattiva. Gli oggetti che crea, spesso definiti "oggetti relazionali", sono progettati per coinvolgere gli spettatori in un'esperienza sensoriale distinta. Queste opere pongono domande sulla percezione, sul rapporto del corpo con lo spazio e sul ruolo attivo dello spettatore. Ad esempio, nei suoi pezzi iconici come "Bichos", Clark crea sculture in metallo che possono essere manipolate dal pubblico, consentendo l'interazione fisica ed emotiva. Il suo lavoro si evolve verso approcci più astratti, dove l'accento è posto sulle sensazioni e sull'esperienza psicologica. La sua esplorazione dei temi dell'ansia, della guarigione e della psicoterapia, in particolare nella pratica dell'arteterapia alla fine della sua carriera, dimostra la sua capacità di mettere in discussione il confine tra arte e terapia. Pertanto, il lavoro di Lygia Clark non è solo un'esplorazione estetica ma anche uno strumento per la riflessione interiore e la guarigione personale.

Lygia Clark ha avuto un impatto significativo sul panorama artistico brasiliano e internazionale. Come cofondatrice del movimento neo-concreto, ha sfidato le convenzioni dell'arte astratta e ha introdotto una dimensione contemplativa e relazionale nel processo creativo. La sua ricerca sull'interazione tra arte e spettatore ha aperto la strada a molti artisti contemporanei che esplorano questi concetti nelle loro pratiche. Il suo approccio radicale che collega l’arte alla psicoterapia prefigurava anche i movimenti contemporanei focalizzati sul rapporto tra salute mentale e creazione artistica, influenzando una nuova generazione di artisti e terapisti. Come insegnante, ha condiviso la sua visione innovativa con gli studenti, che ha contribuito a coltivare un numero significativo di artisti impegnati. Le sue opere, che continuano ad essere esposte in tutto il mondo, rimangono importanti riferimenti per lo studio dell'arte relazionale, della performance e delle installazioni interattive. L'eredità di Lygia Clark è evidente anche nel crescente riconoscimento dell'importanza delle esperienze sensoriali e del coinvolgimento del pubblico nella creazione contemporanea.

Durante la sua carriera, Lygia Clark ha partecipato a numerose mostre significative che hanno contribuito alla sua influenza artistica. Tra le più notevoli possiamo citare la sua partecipazione alla 'Prima Mostra Nazionale di Arte Concreta' di Rio de Janeiro nel 1957, che segnò il suo debutto sulla scena artistica brasiliana. Nel 1969 presentò le sue opere all'Esposizione Internazionale della Biennale di San Paolo, dove il suo lavoro innovativo fu elogiato dalla critica. Le sue opere sono state esposte in prestigiosi musei e gallerie come il Museo d'Arte Moderna di Rio de Janeiro e il Museo d'Arte di San Paolo. A livello internazionale è rappresentata a "Documenta" a Kassel, in Germania, e alla Biennale di Venezia, dove il suo lavoro "Bicho" ha suscitato grande interesse. Importanti retrospettive, come quelle organizzate al Museo d'Arte di San Paolo nel 2013 e al Museo Reina Sofia di Madrid nel 2014, hanno messo in luce non solo il suo lavoro ma anche il suo approccio innovativo, consolidando il suo posto nella storia dell'arte contemporanea. Significativamente, alcune delle sue opere fanno ancora parte delle collezioni permanenti dei musei d'arte moderna di tutto il mondo, a testimonianza della loro rilevanza e continua influenza sulle pratiche artistiche contemporanee.