Jean-François Millet

Jean-François Millet nasce il 4 ottobre 1814 a Gruchy, frazione di Gréville-Hague, in Normandia, da una famiglia di contadini. Primogenito di numerosi fratelli, condusse un'infanzia semplice, cullata dalla natura e dalle tradizioni contadine. La sua educazione, rafforzata dallo zio abate letterato, lo portò a leggere opere classiche e religiose, risvegliando così il suo interesse per l'arte. Nel 1833 lasciò la sua vita di contadino per recarsi a Cherbourg, per imparare a disegnare con il ritrattista Paul Dumouchel. Dopo aver studiato con vari maestri, prosegue la sua formazione alle Beaux-Arts di Parigi. La sua carriera iniziò veramente nel 1840, quando il suo ritratto di Madame Lefranc fu accettato al Salon. Dopo un periodo di lutto con la perdita della prima moglie, Pauline, nel 1844, si risposò nel 1853 con Catherine Lemaire, dalla quale ebbe nove figli. Millet si stabilì a Barbizon nel 1849, dove si dedicò alla pittura di scene rurali, diventando gradualmente una delle figure centrali del movimento realista. La sua crescente fama gli valse riconoscimenti che gli permisero di esprimere appieno la sua visione artistica, incentrata sulla dignità della vita contadina. Morì il 20 gennaio 1875 a Barbizon, dove è sepolto. La sua incapacità di adattarsi alle convenzioni accademiche del suo tempo lo portò a sviluppare uno stile unico, profondamente radicato nella realtà quotidiana delle classi lavoratrici e in particolare dei contadini.

L'opera di Jean-François Millet è emblematica del realismo, un movimento artistico che cerca di rappresentare la vita quotidiana e le classi popolari con grande autenticità. Millet sapeva cogliere la bellezza dei gesti semplici e delle attività agricole, spesso intrisi di luce soffusa. Nei suoi dipinti i contadini non sono solo soggetti, ma simboli della dignità umana. Le sue opere più famose, come 'Des Glaneuses' e 'L'Angélus', mettono in risalto il lavoro, la sofferenza ma anche la spiritualità di queste vite semplici. Utilizza una tavolozza di colori terrosi, tipici dei paesaggi di provincia, e predilige composizioni che mettono in risalto l'uomo e il suo ambiente. Il suo stile pittorico è spesso caratterizzato da pennellate ampie e fluide, che portano un senso di spontaneità. Millet si interessa anche alla luce e ai suoi effetti, giocando con ombre e luminosità per creare atmosfere travolgenti. L'enfasi che pone sul corpo umano nelle sue raffigurazioni di contadini e delle loro attività dimostra una profonda ammirazione per il lavoro rurale, che considera una forma d'arte a pieno titolo, rendendo così omaggio alla classe operaia del suo tempo.

Jean-François Millet ha avuto un impatto considerevole sullo sviluppo dell'arte moderna. Affrontando temi sociali e illustrando la condizione umana, ha aperto la strada a generazioni di pittori, in particolare impressionisti come Claude Monet e Camille Pissarro , che avrebbero trovato ispirazione nelle sue rappresentazioni della vita rurale. Il suo lavoro mette in luce la realtà della vita contadina e, così facendo, incarna una forma di attivismo artistico, sostenendo il riconoscimento di coloro che lavorano la terra. Il lavoro di Millet influenzò profondamente anche artisti come Vincent van Gogh , che reinterpretò alcune delle sue scene di lavoro e temi rurali. Mentre viveva in un’epoca in cui la crescente industrializzazione spesso ignorava la vita contadina, Millet riuscì a promuovere questo stile di vita. La sua influenza si estende oltre i confini artistici per toccare anche la letteratura e la cultura popolare, rendendo i suoi dipinti riferimenti visivi nelle discussioni sulle classi sociali e sulla dignità. Le sue opere, in particolare “L'Angelus”, sono entrate a far parte della memoria collettiva e continuano ad essere icone della rappresentazione rurale.

L'Esposizione Universale di Parigi del 1867 segnò una svolta per Millet, che espose le sue opere davanti a un pubblico internazionale. Dopo la sua morte diverse retrospettive gli hanno reso omaggio. Nel 1887, una mostra delle opere di Millet ebbe luogo presso l'École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi. Il centocinquantesimo anniversario della sua nascita nel 1964 al Museo Thomas-Henry di Cherbourg-en-Cotentin sottolinea la sua importanza storica e artistica. Tra le altre mostre memorabili, la retrospettiva organizzata al Grand Palais di Parigi nel 1975 ci permette di apprezzare la sua carriera e il suo impatto sull'arte. Negli anni '80 anche il Museum of Fine Arts di Boston presentò le sue opere. Nel 1998, 'Millet/Vincent van Gogh' al Museo d'Orsay segna l'incontro tra questi due grandi artisti. Più recentemente, le mostre nel 2017 al Palais des Beaux-Arts di Lille e in vari musei in tutto il mondo continuano a celebrare la sua eredità. Le collezioni della maggior parte delle sue opere si trovano al Musée d'Orsay di Parigi, al Museum of Fine Arts di Boston e al Metropolitan Museum of Art di New York, dove i suoi dipinti rimangono punti di attrazione per gli amanti e i ricercatori d'arte.