Leonetto Cappiello

Leonetto Cappiello è nato il 9 aprile 1875 a Livorno, Italia. Il suo percorso artistico inizia nella sua città natale dove termina gli studi prima di pubblicare un album di caricature nel 1895. Nel 1898 si trasferisce a Parigi, città che diventerà il centro della sua carriera. Esordì come fumettista umoristico e collaborò con diversi giornali, tra cui 'Le Rire' e 'L'Assiette au Beurre'. Nel 1899 pubblica un album di successo intitolato "Le nostre attrici, ritratti sintetici", che lo proietta sulla scena artistica francese. La sua carriera di cartellonista iniziò nel 1900 e durò fino agli anni '30. Cappiello si naturalizzò francese nel 1930 e divenne uno dei principali protagonisti della cultura visiva dell'epoca, rendendo omaggio alla popolarità del manifesto nella pubblicità. La sua carriera copre una moltitudine di discipline artistiche: cartellonista, illustratore, caricaturista, pittore e scultore. Di origine italiana, morì a Cannes il 2 febbraio 1942 e dal 1956 è sepolto nel cimitero di Senlisse.

Il lavoro di Cappiello è caratterizzato dall'uso audace del colore e da un approccio innovativo alla composizione dei poster. Il suo stile è vivace, energico e spesso descritto come un misto di modernismo ed elementi stravaganti. I suoi manifesti pittorici esprimono concetti forti attraverso figure allusive e immagini sorprendenti che catturano lo sguardo del passante. Semplificò le forme e rese le figure umane spesso caricaturali, il che contribuì al loro fascino commerciale. In particolare, a partire dagli anni '10, il suo stile si raffina, talvolta utilizzando un unico elemento concettuale rappresentativo del prodotto. I suoi lavori includono manifesti pubblicitari iconici per marchi come Chocolat Klaus, Cinzano e Bouillon Kub. Oltre al suo lavoro di cartellonista, Cappiello creò anche statuette caricaturali di personaggi famosi e illustrazioni di libri. Il suo impatto è significativo nel mondo della pubblicità, dove è considerato un pioniere nello sviluppo dell'immagine del marchio attraverso la grafica.

L'influenza di Leonetto Cappiello sul design grafico e sulla cultura visiva del XX secolo è innegabile. Fu uno dei primi a trasformare il manifesto da semplice strumento pubblicitario in una vera e propria opera d'arte. Cappiello è spesso considerato uno dei rinnovatori del manifesto francese, succedendo a Jules Chéret , integrando elementi di umorismo e ironia pur sottolineando l'estetica. Il suo uso audace del colore e delle composizioni dinamiche hanno ispirato generazioni di artisti grafici. Molti designer moderni evocano il suo approccio innovativo e il senso di dinamismo visivo nelle proprie opere. Il termine "Cappielloesque" è talvolta usato per descrivere lo stile di progettazione grafica che trae ispirazione dal suo lavoro, attestando il suo impatto duraturo. La sua eredità sopravvive nel mondo della pubblicità, dove è spesso riconosciuto come un pioniere del marketing visivo. Cappiello rafforza l'importanza dell'arte nella comunicazione commerciale, principio ancora presente nel design contemporaneo.

Cappiello fece esporre molte delle sue opere nel corso degli anni, sia durante la sua vita che dopo la sua morte. Nel 1946 si tenne a Parigi una mostra retrospettiva intitolata "Cappiello: la sua vita e la sua opera", con una prefazione di Jean Cocteau . Nel 1981 si tenne un'altra retrospettiva al Grand Palais di Parigi, che comprendeva manifesti, caricature e opere pittoriche, attirando l'attenzione sul suo ruolo cruciale nel design grafico moderno. Seguirono altre mostre, tra cui una presentazione a Livorno nel 1960, dedicata alle sue caricature e ai manifesti. Il riconoscimento del suo lavoro si estende anche a diverse istituzioni che custodiscono le sue opere, tra cui il Museo d'Orsay. L'importanza di Cappiello nel panorama artistico e pubblicitario rimane oggetto di studio, spesso celebrato in articoli accademici così come in libri dedicati al periodo della Belle Époque, dove fiorì.