Nicolas de Staël

Nicolas de Staël, nato il 5 gennaio 1914 a San Pietroburgo, Russia, e morto il 16 marzo 1955 ad Antibes, è un pittore francese di origine russa. Nato in una famiglia nobile con una ricca storia militare, rimase orfano in giovane età, costringendolo a lasciare il suo paese natale nel 1919, in seguito alla Rivoluzione Russa. Dopo un soggiorno in Polonia, la sua famiglia finì a Bruxelles, dove continuò la sua formazione artistica presso l'Accademia reale di belle arti. Scopre presto la sua passione per la pittura, influenzato da maestri come Cézanne, Matisse e Braque. De Staël scelse Parigi come base per la sua carriera artistica, dove entrò a far parte della scena artistica dell'École de Paris negli anni '30. La sua vita personale fu segnata da rapporti tumultuosi, in particolare con Jeannine Guillou e, successivamente, con Françoise de Staël. Ha tre figli con Françoise. La sua carriera ebbe un boom significativo tra il 1945 e il 1955, con una produzione prolifica di oltre mille opere, ma lottò anche con demoni personali, tra cui la disperazione e un'instancabile ricerca della perfezione artistica, culminando nella sua tragica morte all'età di 41 anni, quando gettò stesso dal balcone del suo studio nel marzo del 1955.

L'opera di Nicolas de Staël si distingue per la sua evoluzione stilistica, oscillando tra astrazione e figurazione. All'inizio utilizzava colori scuri e forme allusive, come evidenziato in dipinti come "Resentment" (1947). Nel corso degli anni adotta una tavolozza più brillante e audace, evidenziando un gioco di texture e spessori che caratterizzano il suo stile. È famoso per le sue composizioni in cui strati di vernice vengono applicati con un coltello, creando un effetto tattile e dinamico, come si può vedere in 'I calciatori' (1952). De Staël rifiuta le etichette, sostenendo che ogni dipinto deve essere considerato un'avventura unica. Trae ispirazione dalla musica, dai paesaggi mediterranei e persino dal movimento per le sue opere figurative, che eleva al rango di sensibile astratto. Il dipinto "Parc des Princes" (1952) rappresenta un punto di svolta significativo nella sua carriera in cui fonde la sua fascinazione per la forma umana e lo sport, pur essendo al centro di questioni estetiche ed emotive. Negli ultimi anni esplorò il tema del nudo, influenzato dalle sue passioni personali, e creò opere come "Grand nu orange" (1953) che rivelano un'intimità inquietante e un'impareggiabile padronanza del colore.

Nicolas de Staël ha avuto un'influenza significativa sull'arte moderna, sia in Francia che a livello internazionale. Segnando la reinvenzione della figurazione, sfidò la dicotomia tra astrazione e figurazione, affermandosi come uno degli artisti più avanzati del suo tempo. Il suo lavoro ha aperto la strada a futuri movimenti artistici come l'Espressionismo astratto e l'Arte informale. Diversi artisti, tra cui Joan Mitchell e Jean-Pierre Pincemin, sono stati ispirati dalla sua ricerca sul colore e sulla consistenza. Il suo stile influenzò anche movimenti come CoBrA negli anni '50, che si appropriarono delle sue tecniche pittoriche gestuali e vibranti. Anche dopo la sua morte, rimane una figura iconica studiata nelle scuole d'arte e celebrata in retrospettive presso istituzioni come il Centre Pompidou e la Fondazione Gianadda. Il suo lavoro è stato presentato anche nei musei degli Stati Uniti, il che ha rafforzato il suo riconoscimento oltre i confini francesi. Anche la tragedia della sua vita, segnata dal tormento personale, contribuì alla sua immagine di genio torturato, suscitando un interesse costante intorno alla sua opera.

Le mostre di Nicolas de Staël durante la sua vita e dopo la sua morte hanno avuto un ruolo chiave nella creazione della sua reputazione. Nel 1944 partecipa ad una mostra alla galleria Jeanne Bucher con personaggi famosi dell'arte moderna, dove fa le sue prime ondate. Nel 1945 presenta le sue opere alla galleria L'Esquisse e nel 1946 una mostra personale da Louis Carré lo fa conoscere ad un pubblico più vasto. Dopo la sua morte, nel 1956 viene organizzata una retrospettiva della sua opera al Musée d'Art Moderne di Parigi, seguita da numerose altre tra cui quella alla Fondation Maeght nel 1991 e al Centre Pompidou nel 2003. Nel 2010, una grande mostra alla la Fondazione Gianadda celebra il centenario della sua nascita, riflettendo il costante interesse per il suo contributo all'arte. Nel settembre 2023, il Musée d'Art Moderne de Paris renderà omaggio al suo lavoro attraverso una mostra esaustiva, che riflette la sua continua importanza nella storia dell'arte.